CORALE DI ROGOREDO - PARROCCHIA DI SAN GAETANO

  Via San Gaetano 60 - 23880 Rogoredo di Casatenovo (LC) 


LA STORIA

Era il 1987 quando  …….

 Armando, in certe situazioni  per chiamarci, usava il termine ”i miei ragazzi“ anche se molti di noi non erano più tali,  e questo era il suo modo per invitarci  ad uscire fuori, a metterci a disposizione, ad impegnarci e a dare il nostro contributo per rendere sempre più bella la vita nel nostro paese, nella nostra parrocchia. E tutto è partito da lì. Armando, per chi non l’avesse conosciuto, era una persona speciale, impegnata nel sociale, nella politica e nella vita della parrocchia. Era un autodidatta, aveva imparato a suonare l’organo da solo senza aver frequentato scuole di musica, ma esercitandosi con costanza appena era libero dai vari impegni pubblici e familiari. Con lui diverse generazioni di rogoredesi hanno cantato e animato le messe domenicali: lui sempre a suonare l’organo, Antonio Riva a fare il maestro e a dirigere il coro. Piano piano, per motivi diversi, le persone che andavano a cantare alla domenica e alle feste solenni erano diminuite ed era rimasto solo Armando a suonare e ad accompagnare suor Mariuccia ed una decina di bambine nel canto liturgico.

 Questa era la situazione nel 1987 in parrocchia ed Armando e don Luigi (il nostro parroco di allora), anche se non sempre erano dello stesso parere, su una cosa erano d’accordo: non si doveva arrivare anche quell’anno ad un altro Natale senza che ci fossero, oltre alle bambine, degli adulti che partecipassero al coro e che si impegnassero  a preparare in modo solenne e festoso le celebrazioni. Da lì cominciò l’invito “ai miei ragazzi” perché rispondessero al desiderio suo e del parroco. Così una trentina di noi “suoi ragazzi” abbiamo risposto a questo suo invito, vuoi per la sua insistenza, garbata ma decisa a raggiungere l’obiettivo prefissato, ma anche perché la richiesta che lui e don Luigi ci facevano era qualcosa di bello, di attraente e a queste due persone non si poteva dire di no. Ma chi ci avrebbe diretto? Tra i cosiddetti ragazzi che avevano risposto a questo invito c’era anche Dario che, con Armando, condivideva l’impegno nel sindacato, ma soprattutto aveva una grande passione per la musica. Gli piaceva cantare ed era, tra tutti noi, quello che aveva qualche conoscenza musicale in più ed in gioventù aveva fatto parte del coro che la domenica animava la S. Messa.

Quando gli è stato proposto di fare il direttore del coro, Dario non si è tirato indietro ed ha accettato volentieri questo incarico, anche se aveva dei dubbi sulle sue capacità direttive, ma soprattutto sul compito non facile che aveva di fronte, perché tra quelli che avevano risposto all’invito, non tutti avevano certo abilità canore apprezzabili. Non si fece però scoraggiare: la motivazione per stare insieme era forte, le difficoltà si sarebbero potute superare con un po’ di impegno. Tenne però a sottolineare che quella avrebbe dovuto essere una soluzione provvisoria: avrebbe lasciato ad altri il ruolo di direttore del coro qualora si fosse trovato una persona che ne sapeva più di lui sulla materia. Partì l’umana avventura. Alle prime prove si presentarono una quarantina di persone alle quali fu sommariamente valutata l’estensione vocale e  che furono collocate nei diversi ruoli di basso, tenore, contralto, soprano. Nessuno fu considerato inadeguato ed escluso: tutti avrebbero potuto lodare il Signore con il canto, ognuno con le proprie capacità, come sapeva fare.

A Dario non solo piaceva la musica, ma conosceva anche autori di canzoni religiose che si rifacevano allo Spirito, al messaggio di condivisione del Vangelo, alla Parola e per questo fu lui a proporre e a scegliere i primi pezzi da imparare. Prediligeva testi dal significato profondo, quelli dei salmi di padre Turoldo e quelli di  Pierangelo Comi, originario di Casatenovo, ma che viveva a Spello nella comunità dei piccoli fratelli di Charles di Foucould. E fu proprio da lì che partì il cammino che ci ha portato fino ad oggi. In quel Natale, oltre ai pezzi classici, abbiamo imparato due nuove canzoni musicate dal Comi: Emmanuel ed Il Signore della storia, brani con un’alta carica emotiva, che hanno fatto sentire ciascuno di noi partecipe e coinvolto ed hanno lasciato a tutti la sensazione di aver intrapreso un giusto  percorso. Queste canzoni, il periodo natalizio, l’amicizia, la complicità che si era creata tra chi aveva accettato di far parte della nuova corale avevano aumentato l’entusiasmo e la voglia di andare avanti. Quello che aveva voluto Armando era sicuramente un impegno, un compito che però ora era gioioso: insieme si stava vivendo un’esperienza piacevole e soprattutto arricchente.

Di tutto questo clima che si era creato tra di noi, della motivazione che ci sosteneva, il Parroco ed Armando si erano accorti e non erano certo disposti a lasciarsi sfuggire l’occasione per avere nella parrocchia una corale in grado di seguire e animare le celebrazioni in maniera adeguata. Il Parroco era preoccupato che questo entusiasmo venisse meno e che la bella iniziativa avesse termine dopo il periodo natalizio, ma lui aveva già la soluzione in testa e, come suo solito, senza chiedere pareri, passò all’azione. Aveva la persona giusta, con le caratteristiche adatte per portare avanti e consolidare la bella esperienza che si era creata. Era la figlia del suo amico Amedeo Beretta, una giovane che non viveva a Rogoredo, ma che frequentava la nostra parrocchia. Si era diplomata all’istituto Pontificio di Musica Sacra come direttore di coro; era quello di cui il gruppo aveva bisogno. E cosi una sera di gennaio del 1988 la invitò alle prove e, come spesso faceva, la presentò come la nuova maestra, anche se l’interessata gli aveva detto che voleva pensarci su prima di prendere questo impegno, ma don Luigi era così e non gli si poteva dire di no. Dario ben volentieri si fece da parte e lasciò il posto ad Isa, la nuova arrivata, andando ad occupare un posto tra i coristi, assieme ai bassi. E Isa è ancora qui. Ci ha diretto e ci dirige con impegno, con molta pazienza, accettandoci così come siamo, senza mettere veti, senza escludere nessuno, aprendo il coro a nuovi arrivi,  disponibile alla  collaborazione e confronto. Piano piano, lunedì dopo lunedì, giorno in cui ci troviamo per le prove, siamo anche cresciuti nel canto, grazie anche agli organisti che sono succeduti ad Armando e abbiamo incominciato a volare alto, a cantare canzoni a più voci e allargare  il nostro repertorio a brani impegnativi  di autori famosi come Hendel, Mozart, Bach, Rossini,… senza timore di non essere capaci, perché il canto deve essere prima di tutto un piacere, una gioia in particolar modo quando si canta durante le celebrazioni liturgiche. La nostra corale, da 30 anni ormai, nelle occasioni richieste è al servizio della liturgia in parrocchia proponendo pezzi di musica sacra che aiutano a rendere più festose e gioiose le celebrazioni e cantare la nostra lode a Dio Padre. Il coro, come per tutti i gruppi, è stato anche motivo per alcuni di noi per conoscersi meglio e trovare l’anima gemella.

Purtroppo però, in questi 30 anni, oltre alle persone che hanno contribuito alla formazione del coro, don Luigi, Armando e Dario  altri nostri amici non sono presenti qui con noi, ma non sono assenti, sono parte di noi, sono con noi anche se non fisicamente, stanno in cielo provando, cantando e suonando insieme con noi. Li vogliamo ricordare: Mario Viscardi, il decano, a cui piaceva venire al coro perché lo faceva sentire giovane, la Rosi che non poteva stare staccata da suo  marito ed è entrata e uscita in punta di piedi, sempre sorridente anche quando la sua lunga malattia la faceva soffrire e infine Guido che sarebbe stato orgoglioso nel vederci quasi in divisa nel giorno in cui abbiamo celebrato i 30 anni di attività, lui per cui un coro senza divisa non è un coro.

Il nostro cammino continua e, citando Dario tramite un pensiero pubblicato sulla sua pagina Facebook:  “Beati coloro che coltivano la musica e fanno cantare la gente”.


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